mercoledì 24 maggio 2017

Che cos'è la comunicazione ?

La comunicazione è uno scambio di messaggi.
Tutti gli esseri viventi, dagli organismi unicellulari, agli animali e all'uomo comunicano tra di loro con mezzi molto diversi: la voce, i gesti, la postura del corpo, i movimenti, il rilascio di sostanze chimiche ecc.





Comunicare, infatti , è un'attività fondamentale che garantisce l'adattamento all'ambiente di ciascun essere vivente: serve per segnalare un pericolo, per indicare la presenza di una fonte di cibo e così via...  La parola "comunicare" deriva dal latino communico, che significa "mettere in comune", ossia condividere informazioni, emozioni, esperienze, in particolare con i membri del proprio gruppo di appartenenza. Da qui il passaggio, nel significato del termine, dal condividere al trasmettere.
Attraverso molte forme di comunicazione la cultura viene trasmessa dalle vecchie alle nuove generazioni. I mezzi di questa trasmissione sono i più svariati: i discorsi, i racconti e l'esempio dei genitori e degli insegnanti, i libri, i giornali, i mezzi di comunicazione di massa ( radio,televisione,internet ), ciascuno dei quali è più adatto a uno specifico contenuto e sollecita le persone in un modo particolare.




Per gli esseri umani, che vivono in costante relazione gli uni con gli altri, comunicare è un'esigenza quotidiana e benché all'apparenza comunicare sembri un'azione molto semplice, in realtà richiede competenze che si sono sviluppate nel corso della vita di ciascuno e dipende da una molteplicità di fattori...

DEFINIZIONE "COMUNICAZIONE":
Scambio di messaggi tra esseri viventi che ha lo scopo di mettere in comune informazioni ed esperienze servendosi di un codice condiviso, cioè di un insieme di segni ( uditivi, visivi, olfattivi ), al fine di coordinare l'azione in vista di un fine comune ( adattamento all'ambiente, sopravvivenza ).


La comunicazione umana si distingue in: Comunicazione sociale e Comunicazione interpersonale.
La comunicazione sociale più nota come comunicazione di massa viene realizzata da una o poche persone ed è rivolta a molti individui ( televisione, stampa, radio, pubblicità, utenti e riceventi ). La comunicazione interpersonale coinvolge 2 o più persone e si basa sempre su una relazione in cui gli interlocutori si influenzano sempre l'un l'altro, anche quando non se ne rendono conto.
La comunicazione interpersonale si suddivide a sua volta in :

Comunicazione verbale, che avviene attraverso l'uso del linguaggio sia scritto che orale e che dipende da precise regole sintattiche e grammaticali.





Comunicazione non verbale: avviene senza l'uso delle parole attraverso vari canali: mimiche facciali, sguardo, gesti, posture, andature, abbigliamento.






Comunicazione para verbale : riguarda soprattutto la voce ( tono, volume, ritmo ), ma anche le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore ( schiarirsi la voce, tamburellare, far suoni ) e il giocherellare con oggetti.





Sia la comunicazione non verbale che il para verbale inviano messaggi spesso inconsapevoli di tipo emotivo. Ad esempio, è stato dimostrato che per scoprire un mentitore basta ascoltare il tono della sua voce che vibra, ma non è facile distinguerlo ad orecchio nudo (con delle attrezzature sì ).


L'apprendimento per tentativi ed errori secondo Thorndike



Edward Lee Thorndike è stato uno psicologo statunitense. 
Nacque a Williamsburg, il 31 agosto 1874 e morì a Montrose ( il 9 agosto 1949 ). 
L'American Phychological Association ha istituito in suo onore un premio annuale per ricercatori nel campo della psicologia educativa, il Premio E. L. Thorndike. 

Anche Edward Thorndike prese le distanze dal comportamentismo e propose un modello di apprendimento per tentativi ed errori
I gatti su cui lui si basò per i suoi esperimenti vennero collocati in puzzle-boxes o gabbie-problemi , ricordano quelli del comportamentismo, perché i gatti dopo una serie di prove ottengono il cibo.
Ma a differenza dei cani di Pavlov, i comportamenti dei gatti sono finalizzati a ottenere il cibo.
Thorndike parla di apprendimento per tentativi ed errori e di legge dell'effetto, perché i gatti imparano quindi per tentativi come uscire dalla gabbia. A differenza del comportamentismo, Thorndike attribuisce maggiore importanza ai fattori ereditari rispetto all'influenza dell'ambiente riguardo alle capacità intellettuali. 





Il procedimento dell'esperimento si può trovare in questo video: 
         



La necessità di ricordare





La memoria è una facoltà spesso sottovalutata. Senza di essa noi non potremmo rispondere a domande come: "chi sono ?", "che cosa conosco?", "che cosa studio?", perché la nostra stessa identità poggia sui ricordi che abbiamo. A tutti noi capita di non ricordare qualcosa che siamo sicuri di conoscere e per converso di avere un ricordo nitido di un evento lontano nel tempo, che per qualche ragione ci ha impressionato...
La memoria è coinvolta profondamente in ogni aspetto della nostra vita. Una qualsiasi azione quotidiana è basata sul ricordo dei gesti necessari: puntare la sveglia la sera precedente, alzarsi e vestirsi l'indomani, prendere l'autobus, scendere alla giusta fermata per la scuola ecc. sono attività rese possibili dai ricordi. Se non avessimo la memoria, dovremmo imparare ogni volta tutto da capo. L'apprendimento spesso dipende dalla registrazione e dall'immagazzinamento delle informazioni: senza memoria non c'è conoscenza. 
Il recupero dell'informazione è importante quanto il suo immagazzinamento: tutti conoscono la sensazione frustrante di avere sulla punta della lingua una parola che non riescono a dire. La memoria, però, non è una capacità illimitata e proprio per questo è selettiva e sceglie che cosa trattenere e che cosa dimenticare. 
In qualche modo, sostengono i ricercatori, i ricordi della prima infanzia non sono cancellati, ma sono riportati a galla solo in particolari condizioni o grazie a certe associazioni.
Gli scienziati sono andati anche oltre:
secondo loro l'amnesia infantile dipende dalla maturazione dell'ippocampo, una struttura del cervello  fondamentale per la memoria. I primi ricordi vengono sovrascritti da altri più recenti via via che l'ippocampo si sviluppa e matura: le loro tracce più labili e più difficilmente recuperabili, ma sono ancora lì.







L'ippocampo che si trova nel nostro cervello, risulta avere delle sembianze molto simili a quelle del cavalluccio marino ...

A trarci in inganno è l'uso di un unico termine, mentre la memoria non è un organo unitario, come il cuore o il fegato. In realtà, la memoria è un insieme di sistemi che si distinguono per tempo e spazio. 

Nella nostra società possiamo trovare molti giochi per sviluppare la nostra memoria, ad esempio:

- I cruciverba che stimolano i ricordi..


- Memory 




Diciamo che tutti i giochi aiutano la memoria, perché hanno delle regole che bisogna apprendere e ricordare.